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L'analisi delle tendenze demografiche è uno dei principali fattori di
conoscenza della città.
L'Ufficio comunale di statistica annualmente predispone una rassegna di dati
e grafici per meglio comprendere le dinamiche sociali riminesi estrapolandone
gli aspetti predominanti.
I fenomeni che evidenziano i cambiamenti, specie se graduali come quelli
demografici, avvengono attraverso l'osservazione di variabili che divengono
quindi più indicative nel medio/lungo termine.
L'attività di governo di una città necessariamente
non può prescindere dalle statistiche che esprimono con i numeri
le esigenze di una società in continua evoluzione.
Un esempio tangibile è dato dall'ampiezza media familiare
caratterizzata dalla costante e significativa riduzione dei componenti.
E qui si potrebbe collegare la tendenza emergente di costruire abitazioni
sempre più di dimensioni ridotte ma in numero addirittura superiore
poichè le famiglie anagrafiche sono addirittura aumentate del 7,3%.
Il fenomeno della frammentazione dei nuclei familiari, che da qualche anno a
questa parte è stato spesso oggetto di attenzione, è ormai
consuetudine, anche se per motivi sostanzialmente opposti.
Infatti se i giovani scelgono di vivere soli per l'incertezza a formare
famiglia gli anziani loro malgrado lo diventano per la perdita del
coniuge.
Le famiglie unipersonali nel 2000 erano 14600 ed ora sono 17957 con un
aumento del 18% !
Ma anche altre aspetti demografici legati all'invecchiamento della
popolazione sono costantemente monitorati per l'interesse prioritario
ad assicurare una adeguata assistenza agli anziani, sempre più
longevi ma bisognosi di compagnia e di cure.
Sono ormai il 22% della popolazione residente e di questi il 2,6%
hanno più di 85 anni.
Sul fronte dei movimenti naturali i nati ed i decessi hanno praticamente
pareggiato i conti con un -4 mentre il saldo migratorio che differenzia
immigrati ed emigrati è stato ancora positivo attestandosi a +969.
Questo sorregge la tesi che l'aumento demografico è determinato in
prevalenza dai flussi immigratori che hanno consentito una crescita dei
residenti dal 2000 pari al 3%.
L'aspetto saliente è che i nuovi arrivi riguardano in gran parte
la popolazione straniera la cui consistenza è pressochè
raddoppiata passando da 4554 nel 2000 a 8964 a fine 2005.
Quelli appartenenti all'Unione Europea sono 623 mentre la differenza è
data dagli extracomunitari che ammontano ad 8341.
In particolare alcune comunità (Albanesi , Senegalesi, Ucraini,
Cinesi, Rumeni) hanno registrato un incremento notevole.
L'etnia albanese rimane sempre la più numerosa, ma stanno
aumentando vistosamente gli stranieri che provengono dai
paesi dell'Est quali ad es. Ucraina e Romania. Per tali etnie si denota una
spiccata prevalenza femminile; non dimentichiamo infatti che le cosiddette
"badanti" straniere sono una risorsa ormai irrinunciabile per i nostri
anziani bisognosi di assistenza continua.
Ancora, a proposito di anziani, è proprio l'immigrazione straniera
che consente un certo contenimento di quell'indice di vecchiaia che
avanza inesorabilmente rappresentando un indicatore negativo per i
destini di molte società moderne.
Tuttavia Rimini non è certamente una città "vecchia" nel
contesto regionale poichè in questi anni tale indicatore si è
contenuto, salendo da 163 a 169.
In altre parole se nel 2000 c'erano 163 ultrasessantacinquenni ogni 100
ragazzi fino a 14 anni, nel 2005 ce n'erano 169.
Sulla consistenza demografica nei 6 quartieri si assiste ad un
incremento di residenti nel Q.n.5 (oltre 3000 unità dal 2000)
e nel Q.n.3 (circa 1000 unità dal 2000). Rimane il Q.n.1 quello
con indice di vecchiaia più elevato e con una popolazione in
costante decremento.
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