Attualmente sono 54.985 le famiglie riminesi; la loro struttura può essere
interpretata come lo specchio delle mutate condizioni demografiche ed è un
fattore altrettanto interessante della nostra comunità. Per questo motivo,
indipendentemente dagli aspetti principali che una analisi sociologica potrebbe
evidenziare, il monitoraggio che da alcuni anni vede la famiglia al centro
della nostra attenzione è legato ad una pluralità di esigenze e relativi
servizi fruibili che evolvono di pari passo alle sue mutazioni strutturali.
Proprio la struttura è conseguente ad una serie di elementi e di motivazioni
sociali, culturali ed economiche che investono di molteplici significati tali
tipologie, le quali a loro volta hanno una influenza non trascurabile sul
contesto dei bisogni individuali e collettivi.
Quindi il nostro interesse si è concentrato su molteplici aspetti che
caratterizzano le famiglie riminesi, in particolare per quanto concerne il
fenomeno emergente delle famiglie unipersonali, senza trascurare le famiglie
con più componenti, quelle che hanno anziani ultraottantacinquenni e quelle
con stranieri.
L'analisi prescinde da valutazioni collegate al ruolo dell'intestatario scheda
(nel passato il c.d. "capofamiglia") poiché ad esso viene ricondotto
esclusivamente l'onere delle dichiarazioni anagrafiche rese per sé e per gli
altri famigliari, escludendo pertanto qualsiasi altra funzione di unico o
principale sostegno economico così come invece inteso nel passato.
Le famiglie unipersonali in totale sono 16.479, risultano aumentate del 5%
rispetto all'anno precedente e rappresentano il 30% delle famiglie totali; i
cosiddetti "singles" sono per il 60% donne. Queste sono particolarmente
raggruppate nell'età che va oltre i 65 anni dove se ne contano 5.969 su un
totale di 9.911.
Diversa è la situazione per gli uomini soli, che presentano una distribuzione
per classi più omogenea e con una prevalenza nella fascia di età compresa dai
30 ai 44 anni.
E' opportuno considerare comunque, che in conseguenza di un evento luttuoso che
porta alla vedovanza, uomini e donne che continuano la loro vita da soli sono
proporzionalmente equivalenti: il 60% di entrambi i sessi rientrano nella
classe di età con oltre 65 anni ed il 30% in quella dai 45 ai 64 anni.
Evidentemente la perdita del coniuge è una condizione che, rispetto alle
prospettive di vita futura, pone maschi e femmine sullo stesso piano.
Contrariamente a quanto avviene per gli anziani, lo status di "single" nell'età
giovanile è frutto evidente di una libera scelta che si ritrova più diffusa
tra le persone di sesso maschile ma nel complesso i single appartenenti ai due
sessi sotto ai 30 anni rappresentano appena l'8% delle famiglie unipersonali .
Tale realtà trova riscontro nel coincidente innalzamento dell'età di coloro
che contraggono matrimonio che nel 2003 per lo sposo è mediamente di 34 anni
mentre per la sposa è di 31; infatti poi la consistenza dei "capi famiglia"
diviene apprezzabile tra i soggetti che hanno più di 30 anni, età in cui
iniziano a concretizzarsi le prospettive per una indipendenza economica.
Nel 2003 si è avuta una ulteriore flessione del numero di matrimoni sia civili
che religiosi, rispettivamente 216 e 326 (totale 542); il dato elementare, se
non correlato ad altri eventi, potrebbe anche far pensare solo ad una possibile
flessione delle unioni di tipo tradizionale, ma in realtà la contestuale
contrazione delle nascite conferma il principio secondo cui nuzialità e
natalità siano parametri basati su presupposti comuni.
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Abbiamo voluto approfondire la nostra conoscenza in tema familiare osservando
con quale frequenza successivamente al raggiungimento della maggiore età i
giovani continuino a vivere in famiglia con i genitori.
Confrontando il complesso dei soggetti residenti con quelli riferiti allo
stesso contingente di età che vive ancora con i genitori, che per chiarezza
espositiva riportiamo nella tabella che segue, emerge chiaramente che la
percentuale dei giovani che rimangono in famiglia si assottiglia
effettivamente dopo i 30 anni.
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Suddividendo poi le famiglie in base alle tipologie ed alle caratteristiche dei
suoi componenti, abbiamo ricavato i dati per la costruzione di una tavola
tematica, con una disaggregazione a livello territoriale per quartiere, dalla
quale si desumono altri elementi interessanti, quali la distribuzione di
anziani, degli stranieri ecc...
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