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Bollettino dell'anno 2007

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Analisi invecchiamento


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Movimento naturale

"La vita può essere capita solo all'indietro Nel frattempo deve essere vissuta in avanti" Saren Kierkegoard

ANALISI STATISTICA DEMOGRAFICA E INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE RIMINESE- PREVISIONE AL 2023

Per questa elaborazione, che riguarda la popolazione anziana, mi sono avvalso della collaborazione degli addetti dell'ufficio Comunale di statistica e ho elaborato i dati desunti dall'archivio anagrafico del Comune di Rimini.

Uno dei processi di maggiore rilievo in corso nei paesi industrializzati è certamente quello dell'invecchiamento demografico, non solo per le conseguenze che esso avrà sulla struttura e sulla composizione delle popolazioni interessate, ma anche e soprattutto per le implicazioni di natura sociale ed economica.
Il grado di problematicità conseguente al processo di invecchiamento dipenderà in maniera forte dal modo in cui i governi e i soggetti economici saranno in grado di guardare agli effetti del processo stesso, mitigando quelli indesiderati attraverso l'attuazione di strumenti ad hoc e cogliendo le opportunità, laddove presenti. Appare dunque necessario individuare un punto di equilibrio tra l'inevitabilità di alcune dinamiche demografiche e le necessità imprescindibili dei sistemi economici (Stranges, 2006, p. 123). Scopo del presente contributo è mostrare, attraverso alcuni indici e indicatori demografici, l'evoluzione del processo di invecchiamento.

Le cause di questo processo sono sostanzialmente due: l'allungamento della vita (longevità) e la riduzione delle nascite (denatalità). Se la longevità è di per sé una conquista, l'invecchiamento demografico è una sua conseguenza ineluttabile che pone, però, diversi problemi di ordine sociale, culturale ed economico. Il numero sempre crescente di anziani si tradurrà in richieste sempre maggiori di servizi socio-sanitari e di cura. Oltre a ciò, lo squilibrio che s'ingenererà tra le classi economicamente produttive e le classi anziane (che non solo sono economicamente passive, ma rappresentano anche un costo in termini pensionistici e assistenziali) mette a dura prova la sostenibilità dei sistemi di welfare contemporanei.

Il processo di invecchiamento che interessa la popolazione italiana ha avuto origine già nel corso del XX secolo, a seguito della conclusione del processo di Transizione Demografica che ha interessato tutte le popolazioni a sviluppo avanzato, e si è progressivamente acuito a mano a mano che il miglioramento delle condizioni sociali e igienico-sanitarie hanno determinato un allungamento della vita media. A tale invecchiamento dall'alto si è aggiunto anche un invecchiamento dal basso, determinato dalla forte denatalità, che ha contribuito a squilibrare i rapporti tra i diversi gruppi di popolazione.

Riguardo alla quarta età (over 80) si individuano le cattive notizie, ossia: perdita delle capacità cognitive e di apprendimento, aumento della sindrome da stress cronico, aumento della demenza senile, livelli elevati di fragilità, disfunzionalità e pluripatologie, ecc. Non ultima va considerata la questione morale di guadagnare anni di esistenza, ma in condizioni di salute che non consentono di vivere dignitosamente. Proprio riguardo a tali considerazioni l'attenzione degli studiosi si va gradualmente concentrando non solo sull'aumento dell'aspettativa di vita, ma soprattutto sui guadagni di anni in buona salute e liberi da disabilità. La crescita del gruppo degli ultraottantenni porrà problemi ancora più gravi, mettendo a dura prova il funzionamento del sistema di sicurezza sociale, soprattutto in relazione all'asimmetria tra popolazione economicamente produttiva e popolazione improduttiva e bisognosa di cure.

Se l'invecchiamento dall'alto è reso evidente dai guadagni di vita, l'invecchiamento dal basso si esprime attraverso i valori del tasso totale di fecondità (numero medio di figli per donna in età fertile) che, nonostante una lieve ripresa, resta ampiamente sotto il valore di ricambio di 2,1 figli.

Va, inoltre, considerato il cambiamento nella valutazione economica dei figli, oltre alla ridefinizione dei ruoli sociali e familiari della donna, che hanno contribuito a determinare una considerazione più consapevole del trade-off figli/carriera.

Il progressivo invecchiamento della popolazione e soprattutto il cambiamento della struttura della popolazione per grandi classi di età (meno persone giovani a fronte di un numero crescente di anziani) contribuisce ad accrescere lo squilibrio tra una sempre più elevata domanda di assistenza ed un offerta finanziata tramite risorse pubbliche sempre più scarse o che comunque non riescono a crescere altrettanto parallelamente.
Nella cultura tradizionale l'anziano invecchia in famiglia e la famiglia costituisce la sede privilegiata e unica delle cure e delle attenzioni verso l'anziano in difficoltà. Il profilo delle persone assistite è quello di anziani (sarebbe meglio dire grandi anziani) non autosufficienti e in alcuni casi sofferenti gravi patologie. L'impegno richiesto e la sua durata nel tempo rendono la situazione difficilmente gestibile. Gli aspetti economici complicano ulteriormente il quadro. Le famiglie si sono allora organizzate ricorrendo alla figura della badante straniera. Oltre alle mansioni prettamente di cura dell'anziano (comprese quelle infermieristiche), alla badante viene chiesto di adoperarsi per tutte le altre esigenze di tipo domestico delll'abitazione ove risiede l'anziano

Assistenza
Il Servizio Assistenza Anziani dell'Asl di Rimini offre servizi sanitari e socio sanitari per venire incontro alle esigenze degli anziani in difficoltà. L'anziano o un suo familiare deve prendere contatto con un assistente sociale che opera una prima valutazione della situazione, coinvolgendo eventualmente gli uffici e gli operatori del Comune per problemi di tipo sociale.

Unità di valutazione geriatrica territoriale (UVGT) è uno staff composto da un medico geriatra, un infermiere professionale e un assistente sociale che, se necessario, elabora un piano assistenziale personalizzato e inserisce l'anziano nella rete dei servizi sanitari e socio-sanitari. Questa rete comprende anche i servizi per le demenze e per l´Alzheimer. Il SAA è a Rimini in via Circonvallazione Occidentale 57, tel. 0541 707348-9 - 0541 707348-52 email: settanz@auslrn.net, fvincenti@auslrn.net ; a Riccione in via Cortemaggiore 6, tel. 0541 668344.

Assistenza domiciliare
E' un servizio di assistenza sanitaria e socio-sanitaria a domicilio. E' possibile quando le condizioni cliniche e familiari consentono all'ammalato di continuare a vivere nella propria casa. E' garantita da equipes composte da diversi operatori: medici, infermieri, assistenti sociali, che collaborano con il medico di famiglia. Prevede cure adeguate ai bisogni assistenziali del singolo ammalato stabilite in un piano personalizzato di cure.

A questo servizio partecipano, per l'assistenza ad anziani, i Comuni con i loro Servizi Assistenza Anziani.
Per farne richiesta bisogna rivolgersi al medico di famiglia, medico o infermiere del reparto ospedaliero in cui l'ammalato è ricoverato

Assegno di cura:
E' un contributo economico per le famiglie (o conviventi) che si fanno carico di assistere nelle loro case un anziano non autosufficiente.

Casa protetta: Le case protette sono strutture residenziali dedicate a persone anziane non autosufficienti che non possono restare nella propria abitazione. Prevedono permanenza anche per lunghi periodi. Hanno lo scopo di prevenire ulteriori perdite di autonomia, mantenere le capacità fisiche, mentali, affettive e relazionali. In casa protetta è assicurata l'assistenza del medico, dell'infermiere, del fisioterapista.

Residenza sanitaria assistenziale (RSA)
Le RSA (Residenze sanitarie assistenziali) sono strutture riservate ad anziani non autosufficienti con patologie cronico-degenerative e a disabili, quando è necessaria una assistenza sanitaria complessa e assicurata da più specialisti. In RSA è garantita assistenza medica. L'assistenza infermieristica e tutelare è garantita 24 ore su 24. E' prevista anche una ammissione temporanea (ricovero temporaneo) di durata variabile.

Centro diurno
I centri diurni sono strutture a cui l'anziano accede di giorno. Offrono assistenza socio-sanitaria, sia infermieristica che assistenziale; attività di socializzazione; attività di animazione sia ludica che culturale ed anche attività di riabilitazione.

Se la consistenza della popolazione anziana comporta un crescente squilibrio tra popolazione attiva - che contribuisce al finanziamento COSTI SOCIALI- e numero dei soggetti che fruiscono; l'elevata presenza di grandi anziani comporta un incremento della domanda di servizi sia assistenziali che sanitari. Occorre infatti ricordare che i grandi anziani versano spesso in condizioni di salute problematiche e sono molto più esposti al rischio di non-autosufficienza.
Un secondo fattore che incide sul sistema di welfare è il mutamento dell'assetto socio-economico. Con ciò ci riferiamo in primo luogo al modesto tasso di crescita del prodotto interno lordo, che limita la creazione delle risorse economiche che sarebbero necessarie per rispondere alla crescente pressione del sistema assistenziale

I servizi domiciliari dipendono dai Comuni, il cui ruolo in materia assistenziale è aumentato nel corso del tempo, che finanziano istituzioni e interventi rivolti agli anziani tramite sovvenzioni, contributi, pagamenti diretti e prestazioni dei servizi. L'insieme delle prestazioni erogabili dal sistema dei servizi sociali può essere offerto dai comuni direttamente mediante propri servizi, o attraverso l'affidamento di attività a soggetti esterni, o attraverso l'istituto dell'accreditamento.

Un filosofo diceva che la Vita può essere capita solo all'indietro, nel frattempo deve essere vissuta in avanti. Questo frammento filosofico esprime benissimo il concetto che voglio esplicitare, e cioè: se avremo un 'bonus' demografico per un periodo, dovrà conseguirne automaticamente un 'malus' demografico in un secondo periodo. Il periodo in cui si è avuto il boom di nascite è stato tra i primi anni 60' e la seconda metà degli anni 70', il picco si è verificato nel 1964 con 2128 nascite (un periodo che è durato all'incirca tra i 15 anni e i 20 anni) .
Le nascite che si sono verificate in quegli anni rappresentano gli adulti attuali. L'ultimo picco più alto verificatosi nell'ultimo trentennio, per quanto riguarda le nascite, risale al 1977 con 1460 eventi. Da allora le nascite sono rimaste pressochè stabili oscillando tra le 1000 e 1200 nascite ogni anno, ad eccezione del 2007 in cui sono state 1317, di questi 200 avevano almeno un genitore straniero.

Andamento natalità da 1950


È di facile intuizione come le nascite che si sono verificate nel passato sono gli adulti di oggi che diventeranno gli anziani di domani.
Dalla piramide si rileva che la fascia di età più numerosa risulta essere quella di 43 anni, ciò deriva dal baby boom del 1964.

Piramide per classi di età quinquennali


La Piramide per classi di età quinquennali invece mostra come la base fino ai 25 anni risulta essere molto esigua a causa di un indice di natalità altrettanto scarso negli ultimi 30 anni, mentre la classe 25-29 che ricade sempre negli anni di ridotta natalità ha per contro beneficiato degli eventi migratori.

Popolazione al 2008


Dalle tavole di mortalità si rileva come la probabilità di sopravvivenza sia nel tempo progressivamente aumentata, fino a raggiungere una speranza di vita alla nascita di 76 anni per i maschi e 80 per le donne.
Negli ultimi anni si nota altresì il costante aumento della classe dei grandi anziani (over 80). Nel 2003 gli over 80 erano 7155 di cui 2393 maschi e 4762 donne, il 5,5% della popolazione totale; mentre la classe tra i 65 e i 79 risultava essere di 20033 unità. Nel complesso la popolazione ultra 65 era il 21% del totale della popolazione. Al 1/1/2008 gli ultra ottantenni sono 8864 di cui 3068 maschi e 5798 donne, il 6,4% della popolazione totale; mentre la classe tra i 65 e i 79 risulta essere di 21398 unità.
Nel complesso la popolazione ultra 65 è il 21,86% del totale della popolazione.
I dati illustrano perfettamente come la popolazione femminile sia più longeva di quella maschile, a questo proposito si può notare come all'avanzare dell'età il peso maggiore sia a favore delle donne che rimangono vedove anche a causa della minore età rispetto al coniuge al momento del matrimonio.

Popolazione al 2008


Dalle tavole di mortalità si rileva come la probabilità di sopravvivenza sia nel tempo progressivamente aumentata, fino a raggiungere una speranza di vita alla nascita di 76 anni per i maschi e 80 per le donne.
Negli ultimi anni si nota altresì il costante aumento della classe dei grandi anziani (over 80). Nel 2003 gli over 80 erano 7155 di cui 2393 maschi e 4762 donne, il 5,5% della popolazione totale; mentre la classe tra i 65 e i 79 risultava essere di 20033 unità. Nel complesso la popolazione ultra 65 era il 21% del totale della popolazione. Al 1/1/2008 gli ultra ottantenni sono 8864 di cui 3068 maschi e 5798 donne, il 6,4% della popolazione totale; mentre la classe tra i 65 e i 79 risulta essere di 21398 unità.
Nel complesso la popolazione ultra 65 è il 21,86% del totale della popolazione.
I dati illustrano perfettamente come la popolazione femminile sia più longeva di quella maschile, a questo proposito si può notare come all'avanzare dell'età il peso maggiore sia a favore delle donne che rimangono vedove anche a causa della minore età rispetto al coniuge al momento del matrimonio.


Tabella longevità maschi e femmine


Il quartiere con la maggiore percentuale della popolazione anziana il 26,44% è il quartiere n. 1 la cui popolazione ammonta a 18777 che risulta essere il centro di Rimini, mentre quello con la più bassa percentuale di popolazione anziana 18,23% è il quartiere n. 5 situato a nord di Rimini che conta 30082, i nuovi insediamenti abitativi hanno permesso a nuove giovani famiglie di trovare una sistemazione più adeguata alle loro esigenze.




Si può notare come la popolazione costantemente sta invecchiando con ricadute sul welfare Riminese. La Piramide al 2003 mostra come le classi maggiori siano quelle comprese tra i 30-34 e i 35-39 anni. Nella Piramide della popolazione relativa al 2008 le classi più numerose sono 35-39 e 40-44, si assiste ad uno slittamento delle classi di età, più ampie nelle fasce più alte, o meglio dire più adulte.

Popolazione al 2003


Fino ad esso è stata eseguita un'analisi sui dati della popolazione effettiva all' 1/1/2003 e all' 1/1/2008.

Per dare rilievo alla struttura della popolazione nei prossimi anni, ho sviluppato una previsione ipotetica al 2023 con due differenti scenari:
- ipotesi di una "popolazione chiusa alle migrazioni"
- ipotesi "aperta alle migrazioni".

Popolazione al 2003


Popolazione al 2008








Dai grafici elaborati si nota come la popolazione invecchia progressivamente, con effetti che potremmo constatare in un futuro molto vicino, l'invecchiamento della popolazione potrà essere contrastato soltanto da una natalità forte che si dovrebbe attestare in questi anni altrimenti la situazione e quella che si va delineando nei grafici.




Il grafico sopra mostra l'andamento della popolazione anziana dal 2002 al 2008




La previsione mostra che nel 2023 gli ultra 65 arriveranno quasi a quota 35000 unità





L'indice di vecchiaia: è un indicatore sintetico del grado di invecchiamento della popolazione e si ottiene rapportando l'ammontare della popolazione anziana (oltre i 65 anni) a quella dei bambini sotto i 15 anni.
Quindi nel 2023 ci saranno in base alla previsione 173 anziani ogni 100 giovani, adesso la situazione è di 166 anziani ogni 100 giovani.

L'indice di dipendenza totale: e dato dal rapporto tra il numeratore che è la somma tra giovani (0-14) e anziani (65+) e il numeratore che è la popolazione attiva (15-64).

L'indice di dipendenza senile: rappresenta il numero di individui non autonomi per ragioni demografiche (oltre i 65 anni) ogni 100 individui in età attiva (15-64)

L'indice di ricambio della popolazione in età attiva: è dato dal rapporto tra coloro che stanno per lasciare a causa dell'età il mondo del lavoro e coloro che vi stanno per entrare.

L'indice di struttura della popolazione attiva: il numeratore di questo rapporto è rappresentato dalle 25 generazioni più vecchie (cioè quelle tra i 40 e i 64) mentre il denominatore è rappresentato dalle 25 più giovani (cioè quelle dai 15 ai 39) che saranno destinate a sostituirle.

La presente analisi è frutto dell'esperienza maturata durante il mio stage presso l'ufficio comunale di statistica, e rappresenta solo una parte di ciò che verrà ulteriormente sviluppata e approfondita. In particolare analizzerò l'andamento dei costi sociali legati all'invecchiamento della popolazione.

Laureando Matteo Orlando