Le prime risultanze censuarie disponibili a livello comunale risalgono al 1901 e quindi è interessante confrontare alcune realtà di allora con quelle odierne.

Immediatamente, sfogliando il registro accuratamente scritto con la penna d'oca, emergono alcune annotazioni che fanno risaltare la profonda differenza tra la struttura sociale di allora con quella attuale, soprattutto osservando gli elementi responsabili delle più importanti trasformazioni . Basti pensare che la comunità straniera a Rimini era composta da una sola famiglia con "idioma francese" e risiedeva nella località di S.Lorenzo in Correggiano (la famiglia Des Verges, da cui prende il nome l'omonima villa) . Il numero di famiglie totali era 7499 e tutte dimoravano in abitazioni che non superavano il III piano. Le persone più vecchie erano 3, rispettivamente avevano 97, 96 e 95 anni, ed erano 2 uomini ed 1 donna.

Dal monitoraggio decennale sulle cause di morte più ricorrenti si rileva che la "pellagra" il "tifo" e soprattutto la "tisi" erano le malattie diagnosticabili che mietevano più vittime, ma il maggior numero di queste, nell'incertezza, veniva genericamente attribuita a cause "diverse".

Anche allora era utile raggruppare la popolazione distinguendo le classi di età che potevano in qualche modo interessare. Infatti veniva esaminata la fascia da 0-9 anni e quella oltre i 65, tuttavia con risultati completamente opposti a quelli ottenibili oggi.
Si nota infatti che su 2147 ultrasessantacinquenni residenti vi erano ben 8328 bambini sotto i 9 anni; il rapporto di 4 infanti per ogni anziano si è oggi però quasi invertito ritrovando 1 infante ogni 3 anziani.
E' il caso di ricordare che la individuazione della prima fascia di età era importante poiché forniva la consistenza della popolazione attiva, in quanto l'ingresso nel mondo del lavoro era consentito proprio a partire dai 9 anni. La totalità della popolazione catalogata tra i disoccupati coincideva quasi per intero proprio con il numero dei bambini sotto i 9 anni e questo fa capire quanto pochi fossero tra loro i fortunati cui era concesso il prosieguo degli studi. Anche il rapporto tra popolazione maschile e femminile era diverso, ed infatti l'indice di mascolinità era di 102 uomini per 100 donne (93 su 100 adesso) .

Gran parte della popolazione era concentrata entro le mura cittadine così come i benestanti possidenti e pensionati. Sotto l'aspetto dell' attività lavorativa si scorre tutta una carrellata di mestieri oggi scomparsi ma che al tempo erano ricorrenti: sellai (artigiani costruttori di selle) accenditori di fanali, bigliardieri, bottai e mastellai, calderai, calafati(chi sa cosa facessero?) vagliatori (?) cenciaioli (raccoglitori di stracci) cocchieri. Furono inoltre censiti ben 39 mendicanti. La classe dei coloni mezzadri era la più numerosa (7818) seguita da coloro che lavoravano a giornata (braccianti) che erano 3085. Pochi i commercianti, solo 592, e comunque meno dei marinai (pescatori) che erano 602. Inesistenti gli albergatori, ritroviamo però 11 "locandieri" di cui solo 4 con esercizio ubicato nel "Borgo Marina", segno che il turismo era proprio agli albori.

Solo il 40% dei riminesi sapeva leggere.